José Ortega Cilento: la Casa Museo a Bosco

Scopriamo la Casa Museo del pittore José Ortega a Bosco

“Qui sono venuto a costruire un pezzetto di libertà. Lavorare in queste terre, significa osservare e imparare costantemente, per portare poi con noi qualcosa di veramente puro e genuino che valga la pena di aver assimilato.

Ci sono dei momenti nella vita dei popoli, in cui gli artisti sentono che un'arte a contenuto rivoluzionario è una necessità. Quindi non più l'arte per l'arte.

Noi poeti, musicisti, pittori, noi creatori d' arte...contro coloro che predicano il disimpegno e l'evasione...sentiamo che il popolo ha bisogno di forme artistiche che chiamino all'unione per restituire libertà e democrazia al paese.”

José Ortega è stato un pittore realista spagnolo che nella sua vita e nelle sue opere ha espresso il suo dissenso verso il regime franchista e la sua indole ribelle e rivoluzionaria.

Dal suo esilio conclusosi a Bosco nacque uno splendido matrimonio d’amore con il Cilento antiborbonico, con il quale condivideva in pieno lo spirito resiliente, fiero e genuino.

Proprio a Bosco infatti è stato istituito un Museo nella Casa del pittore: la Casa Museo José Ortega.

Scopriamo insieme perché vale assolutamente la pena visitare questa attrazione durante una vacanza nel Cilento.

José Ortega nel Cilento: storia della sua permanenza a Bosco

José García Ortega(1921-1990) era un rappresentante del Realismo Sociale nel periodo della Guerra Civile Spagnola.

Realizzò le sue prime opere a soli 13 anni, quando già manifestava il suo impegno politico e civile antifranchista. A soli 26 anni visse l’esperienza del carcere, in quanto fu condannato per reati di opinione.

Allievo e amico di Picasso, nei primi anni sessanta il “pintor de La Mancha” iniziò un lungo esilio in giro per l’Europa e in particolare in Italia: da Torino a Milano, da Matera fino a Bosco nel Cilento.

Proprio nella piccola frazione di San Giovanni a Piro nel 1980 Ortega acquistò un terreno e disegnò e costruì la sua casa studio, rendendola il suo atelier dove trascorse gli ultimi vent’anni di vita.

Per il suo buen retiro José Ortega scelse il Cilento perché gli abitanti, poveri e con i visi scuriti dal sole, gli ricordavano la sua gente:

“Sto bene con voi, perché qui ho trovato un'angoscia ed una miseria che sono quelle della mia gente. Perché i colori sono quelli della mia terra. Sono rimasto perché la pelle dei braccianti è scura e secca, come quella dei contadini spagnoli.”

Il pittore José Ortega ha in comune con Bosco la stessa esperienza rivoluzionaria.

Nel 1828 infatti il borgo cilentano fu protagonista d una rivolta antiborbonica repressa nel sangue dal capo della gendarmeria delle Due Sicilie Francesco Saverio Del Carretto.

“Prima in Bosco, poi in altri paeselli vicini fu gridato "Costituzione" [...] Tosto re Francesco mandò a furia con ordini severissimi il brigadiere Del Carretto a capo di alcune centinaia di gendarmi.

Costui distrusse a colpi di cannone il villaggio di Bosco già deserto d'abitanti; ed incarcerati quanti gli capitavano rei o sospetti, li fe' giudicare da una commissione militare da lui stesso nominata, la quale ne condannò a morte ventidue, e una sessantina a la galera: ottanta ne furono carcerati in Napoli come complici, e sette condannati nel capo.

Per questo servigio il Del Carretto ebbe titolo di marchese, grado di maresciallo, e fu tenuto in petto per cose maggiori.”

(Luigi Settembrini, Ricordanze della mia vita, Parte prima (1813-1849), Cap. IV)

Il borgo fu dato alle fiamme e raso al suolo, e la vicenda è raccontata nel murales in maioliche che l’artista realizzò per rappresentare questa tragica storia intrisa di fierezza, orgoglio e voglia di libertà. Una vera e propria “Guernica” cilentana.

Guernica Cilentana di José Ortega

È proprio a Bosco dunque che Ortega ritrova la sua Spagna.

Casa Museo Jose Ortega a Bosco

A Bosco nella casa di José Ortega è stato istituito un Museo per consentire a tutti di ammirare alcune tra le opere più belle dell’artista, collocate sia all’interno che all’esterno.

La Casa Museo José Ortega si trova in Piazza S. Rosalia e si sviluppa su tre piani. L’ingresso del giardino di Casa Ortega a Bosco è caratterizzato da morbidi archi e ceramiche decorate. Seduto in questo giardino, il “pintor” si dedicava a dipingere paesaggi e nature morte.

Prima di entrare nella Casa Museo è possibile visitare le cantine, nel piano più basso trasformato in laboratorio, dove sono conservati numerosi dipinti.

Una volta varcata la soglia della casa si apre ai visitatori un susseguirsi di opere d’arte che riflettono perfettamente la poliedricità del maestro.

Tra queste, molto interessante è il “Decalogo della Democrazia”: dieci litografie che esaltano la democrazia e rinnegano la dittatura, invitando alla libertà di pensiero e azione. Del resto tutte le opere di Ortega sono un costante invito all’impegno civile, per questo nel Cilento ritrovò molto di quello che aveva volutamente lasciato in Spagna.

Da ammirare anche i “Segadores”, un ciclo diventi dipinti che ritraggono i mietitori spagnoli degli anni Trenta e mirano a raccontarne la condizione morale ed economica.

Anche i complementi d’arredo della Casa Museo Ortega sono opere d’arte. In sala da pranzo una splendida credenza in legno custodisce preziosi piatti in ceramica decorati.

Poco più avanti un camino decorato a mano illuminava il salottino in pietra e allietava le serate dell’artista e di sua moglie.

Il grande salone centrale è particolarmente luminoso e ospita una grande tela che ritrae alcune bozze. Attraverso di esso si accede a una lunga parete in cui vi sono i pennelli, i colori e tutti gli altri attrezzi del mestiere usati da Ortega per dipingere.

Infine un’ultima stanzetta ospita un letto a baldacchino con una piccola libreria ricca di libri.

Al piano superiore si accede attraverso una scala, ai piedi della quale vi è una bellissima scultura in pietra che ritrae la “Pietà”. Poco più lontano, un quadro dal quale si stacca di netto un pugno idealmente proteso nello spazio.

Il pugno del comunista accanto ai piedi inchiodati del Cristo qui si confrontano e si equilibrano nella loro rappresentazione di concezioni etiche, sociali e culturali che da sempre hanno portato a distinguere e dividere popoli e nazioni.

Salendo gli stretti scalini si accede a un soggiorno con sedute in pietra e un grazioso tavolino intagliato a mano.

Dalle finestre si ammira una vista sulle colline davvero mozzafiato.

Nella zona notte, il letto è sormontato da bellissime maioliche bianche e azzurre. Il bagno è di colore verde intenso.

Al secondo e al terzo piano è possibile ammirare dieci pannelli di cartapesta che raccontano la guerra civile nella sua drammaticità, lasciando comunque un tenue barlume di speranza per un futuro migliore.

A Bosco, Casa Ortega è un luogo di interesse da visitare assolutamente per l’incredibile varietà di opere d’arte, la cura dei dettagli, le originali scelte cromatiche e la singolarità degli arredi.

Qui nulla è lasciato al caso, anzi se lo spettatore a primo impatto resta attonito da cotanta esplosione di forme e colori, osservando con attenzione le opere d’arte riesce perfettamente a cogliere l’indole dell’artista che si fonde perfettamente con quella cilentana.

Un angolo d’arte e rivoluzione senza eguali, un angolo di Mancha nel Cilento.

José Ortega Cilento: la Casa Museo a Bosco

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