I Borghi più belli del Cilento

I borghi medievali nel Cilento da non perdere

Trascorrere le vacanze nel Cilento significa vivere a pieni polmoni una terra ancora incontaminata e autentica, fatta di paesaggi mozzafiato dove Madre Natura regna sovrana e maestosa, piatti preparati con gli ingredienti genuini di una volta egente semplice e cordiale legata alle tradizioni del passato.

Sono proprio i paesi e borghi del Cilento i veri custodi della storia e della cultura cilentana.

Luoghi dove il tempo sembra essersi fermato, dove la vita scorre lenta e non c’è bisogno di correre o di affannarsi perché il segreto della felicità qui è nelle cose semplici.

Luoghi lontani dalle mete del turismo di massa dove regna il sovraffollamento, mai sole felici del nuovo Undertourism, o la scoperta di destinazioni alternative (magari vicino casa) e particolarmente interessanti.

Tra antichi castelli arroccati sulle colline, antiche mura e vivaci stradine di pietra, in questo articolo ti faremo scoprire alcuni itinerari del Cilento legati ai borghi medievali che forse non conoscevi.

Cilento: dove si trova?

Il Cilento è un'area della provincia di Salerno che inizia da Agropoli e finisce a Sapri, coprendo un’area di circa 36.000 ettari in un susseguirsi di paesaggi da quelli marittimi della costa tirrenica a quelli più interni dell’appennino campano-lucano.

 Il Cilento comprende circa 80 comuni e occupa gran parte della provincia di Salerno.

Per ragioni geografiche i comuni del Cilento vengono tradizionalmente ripartiti in 5 aree:

·        Alto Cilento: territorio attraversato dal fiume Alento e delimitato tra il Monte Stella e Punta Licosa. Comprende comuni come Agropoli, Castellabate, Cicerale, Montecorice;

·        Cilento Centrale: tra il Monte Gelbison e la fascia costiera delimitata dalla penisola di Punta Licosa e Capo Palinuro. In questa zona rientrano Ascea, Cannalonga, Casalvelino, Novi Velica, Vallo della Lucania e altri;

·        Basso Cilento: delimitato dai fiumi Bussento, Lambro e Mingardo fino al Golfo di Policastro. Include Centola, Palinuro, Camerota, Marina di Camerota, Caselle in Pittari, Sapri, Pisciotta, San Giovanni a Piro, Roccagloriosa, Tortorella, Vibonati e altre località;

·        Valle del Calore e Alburni: situata lungo il fiume Calore, che rappresenta il confine settentrionale del Cilento. Quest’area comprende Albanella, Altavilla, Capaccio, Roccadaspide, Castelcivita, Controne, Castel San Lorenzo, Roscigno, Serre e altri comuni;

·        Vallo di Diano: l’altopiano attraversato dal fiume Tanagro e delimitato dal Monte Cervati e l’Appennino lucano. Fanno parte di questo territorio Atena Lucana, Buonabitacolo, Casalbuono, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Polla, Sala Consilina, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant'Arsenio, Sanza, Sassano e Teggiano.

 

Cilento Mappa

Nel 1998 il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni è stato dichiarato dall’UNESCO Patrimonio Mondiale dell’Umanità e dal 2010è stato inserito nella rete europea dei Geoparchi.

Il nome Cilento fu dato dai monaci benedettini e deriva dal latino“cis-Alentum”, cioè “al di là del fiume Alento”, anche se il fiume ormai non ne segna più il confine.

 I 10 borghi più belli del Cilento

Se vuoi sapere cosa fare e vedere nel Cilento, ti consigliamo 10 borghi medievali del Cilento da visitare assolutamente (l’ordine è rigorosamente casuale)

 Ascea

Ascea si trova su un promontorio che affaccia sulle rovine dell’antica città di Velia, l’antica Elea greca, fondata dagli abitanti di Focea intorno al 540 a.C. e divenuta un importante polis della Magna Grecia, nonché patria dei filosofi Parmenidee Zenone.

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 Di origine medievale, Ascea fu feudo della famiglia Sanseverino e nel 1828 partecipò attivamente aimoti rivoluzionari che coinvolsero il Cilento.

 Cosa vedere ad Ascea

·        Le rovine di Velia;

·        Il Museo del Paradosso;

·        Il Sentiero degli Innamorati;

·        Palazzo Alario;

·        Chiesa della Madonna del Carmine;

·        Palazzo Ricci;

·        Torre del Telegrafo.

 

Castellabate

Il borgo del Cilento reso famoso dal film “Benvenuti al Sud” è una graziosa cittadella medievale che si sviluppa tra viuzze, vicoletti e scorci davvero suggestivi.

 

Castellabate

Il toponimo deriva dal castello di Sant'Angelo, costruito dall'abate Costabile Gentilcore sull'omonimo colle.

 Cosa vedere a Castellabate

·        Belvedere San Costabile;

·        Il Castello dell’Abate;

·        La targa di Murat “Qui non si muore”;

·        L’elegante centro storico;

·        La Basilica di Santa Maria de Giulia;

·        La Piazza 10 Ottobre 1123, la famosa “piazzetta” di Castellabate;

·        La Chiesa di San Marco Evangelista.

 

Agropoli

Abitata fin dal Neolitico, deve il nome alla posizione alta su un promontorio a picco sul mare. Alcuni ipotizzano che derivi dalla roccaforte creata dai Bizantini greci che prese il nome di Acropolis, oppure dal fatto che potrebbe essere l’antica acropoli di Paestum in quanto probabilmente vi era un tempio dedicato a Poseidone.

 Nel Medioevo Agropoli passò sotto il dominio di diverse casate e nell’Ottocento iniziò ad espandersi oltre l’antico borgo.

Cosa vedere ad Agropoli

·        Il centro storico e l’antico portale seicentesco;

·        Il Castello Angioino Aragonese;

·        Il Faro Punta Fortino;

·        La Chiesa Madre dei SS Pietro e Paolo;

·        La Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli;

·        La Chiesa Madonna delle Grazie;

·        La Fornace;

·        Il Palazzo Civico delle Arti e il Museo Archeologico.

 Padula

Il nome “Padula” deriva dalla presenza, nell’antichità, di una palude in questa zona.

 L’antica Padula nacque in epoca romana sotto il nome di Consilinum e fu fondata probabilmente dagli Enotri. Intorno al IX-X sec. la popolazione decise di stabilirsi nella zona in cui attualmente si trova la città per sfuggire alle scorribande dei Saraceni e altri invasori.

 Alla nascita di Padula contribuirono anche i monaci basiliani, ma a dare il contributo maggiore alla sua notorietà culturale e architettonica fu Tommaso II Sanseverino, che nel1296 ne entrò in possesso e diede inizio ai lavori per la famosa Certosa, la prima ad essere sorta in Campania.

 Dal XVI fino al XVIII secolo, Padula fu donata o venduta a diversi signori dell’epoca.


Il suo contributo fu molto attivo nel Risorgimento, tanto che i padulesi Vincenzo Padula e Michele Santelmo furono tra i Mille che sbarcarono a Marsala sotto la guida di Garibaldi.

Altri cittadini originari di Padula si distinsero all’estero, come l’investigatore newyorkese Giuseppe “Joe” Petrosino, e il fisico Francesco “Frank” Valente che fece parte del team che creò l’atomica.

Cosa vedere a Padula

·        La Certosa di San Lorenzo

·        I ruderi del castello normanno

·        L’eremo di San Michele alle Grottelle

·        Masseria Tuscania

·        Palazzo Petrella

·        Battistero di Marcelliano

·        Battistero di San Giovanni in Fonti o di Marcelliano

·        Museo del Cognome

·        Museo civico multimediale

·        Museo Archeologico della Lucania Occidentale

·        La casa-museo di Joe Petrosino

·        Sacrario dei Trecento

 

5. Teggiano

Il massimo splendore di Teggiano si ebbe nel medioevo, in particolare nel periodo in cui la famiglia dei Sanseverino ne fece un luogo privilegiato.

 

La famosa rievocazione storica Alla tavola della Principessa Costanza, una fra le più belle e storicamente accurate d’Italia e ambientata nella splendida cornice del comune di Teggiano e del Castello Macchiaroli, riprende proprio gli sfarzi dell’epoca.

 

Cosa vedere a Teggiano

·        Cattedrale di Santa Maria Maggiore; 

·        Chiesa e convento di San Francesco; 

·        Chiesa e convento della Santissima Pietà;

·        Obelisco di San Cono;

·        Castello Macchiaroli;

·        Il Seggio;

·        Palazzo dei Malavolta, attuale sede vescovile;

·        Castello dei Principi Sanseverino;

·        Torri della cinta muraria medievale.

 

6. Camerota

Caratterizzata da un'impronta medioevale, Camerota deve il nome dal greco kamaròtos,"ricurvo") o dal latino Camurus ("incurvato"), in riferimento alle numerose grotte calcaree che ospitano reperti archeologici risalenti al Paleolitico.

 

La stessa meravigliosa Area Marina Protetta Costa degli Infreschi e della Masseta ospita questo genere di grotte

 

Infreschi Camerota

Cosa vedere a Camerota

·        Chiesa di Santa Maria delle Grazie;

·        Chiesa di San Nicola di Bari;

·        Chiesa di San Daniele Profeta;

·        Santuario di Sant' Antonio detto del Gualano;

·        Cappelle rupestri di San Biagio e nel rione di San Vito;

·        Chiesa di Sant'Alfonso;

·        Cappella del Carmine;

·        Castello medioevale di Camerota

·        Museo della Civiltà Contadina e dell'Artigianato;

7. Felitto

Quando si parla di Felitto balzano subito alla memoria le meravigliose Gole del Calore e il famoso Fusillo di Felitto, Presìdio Slow Food a cui è dedicata l’omonima sagra.

 

Fusilli di Felitto

Il paese è un borgo medievale, la cui origine risale qualche secolo prima dell’anno 1000, che conserva ancora oggi le mura di cinta e diverse torri di guardia.

 

Situato in posizione sopra elevata a controllare tutta la valle del Calore e dunque inaccessibile agli attacchi nemici, fu citata in una bolla di Papa Bonifacio XVIII come “Felix”, da cui Felitto.

 

H4 Cosa vedere a Felitto

·        Chiesa di Santa Maria dell'Assunta;

·        Chiesa del Rosario;

·        Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli;

·        Museo della Civiltà Contadina;

·        Il Castello feudale o “Palazzo Baronale”; 

·        La Casa araba; 

·        La Porta Occidentale di Felitto;

·        Il ponte medievale alle porte del paese.

 

8. Vatolla

L’origine del nome “Vatolla” deriva da “batulla” che significa “luogo di rovi” per indicare una zona con tratti impervi.

Il borgo è noto sia per aver ospitato il filosofo ed intellettuale napoletano Giambattista Vico che per la coltivazione e la produzione della cipolla omonima.

 

Cipolle di Vatolla

Cosa vedere a Vatolla

·        Palazzo Vargas-Machucha;

·        Chiesa Madonna delle Grazie

·        Cappella di San Nicola;

·        Il Mulino;

·        Convento della Madonna della Pietà

 

9. Castelcivita

Castelcivita si trova ai piedi dei monti Alburni, su uno sperone naturale a 587 m sul livello del mare. L’origine del toponimo deriva dall’unione del villaggio di Castelluccia a quello di Civita e risale alla metà dell’Ottocento.

 

Caratteristiche di questo territorio sono le famose Grotte di Castelcivita, un complesso di cavità carsiche dalle stalattiti e stalagmiti dalle forme più disparate.

Sono conosciute anche come “Grotte di Spartaco”, per via di una leggenda popolare riguardante il gladiatore romano che si dice sostò in queste cavità mentre muoveva la rivolta di schiavi verso Roma.

Cosa vedere a Castelcivita

·        Torre Angioina;

·        Castello del Vaglio;

·        Ponte Pestano o di Spartaco;

·        I resti dell’acquedotto romano situati nell'orto del monastero di Santa Gertrude;

·        Porta Pretoria;

·        Mura megalitiche micenee;

·        Chiesa di San Nicola di Bari;

·        Chiesa e Monastero di Santa Sofia;

·        Chiesa di Sant'Antonio;

·        Chiesa di San Cono

 

10. Pisciotta

Si pensa che la storia di Pisciotta risalga alla Guerra di Troia, quando i troiani fondarono la colonia di Pixous, il cui nome significa bosso, un arbusto sempreverde simbolo di forza e coraggio che si trova nello stemma comunale di Pisciotta. La Pixous greca divenne la Buxentum romana e successivamente l’attuale Policastro Bussentino.

A fondare Pisciotta sarebbero stati gli abitanti di Bussento che si rifugiarono sui monti vicini per trovare riparo dagli assalti dei Saraceni e fondarono un piccolo villaggio chiamato Pixotum, cioè piccolo Pixous, da cui Pisciotta.

Il Medioevo fu un periodo particolarmente florido per Pisciotta e fu posseduta da diverse potenti famiglie come i Caracciolo e i Sanseverino.

Pisciotta

Tra le eccellenze gastronomiche di Pisciotta non possiamo non menzionare l’olio extravergine di oliva ricavato dall’autoctono e secolare olivo pisciottano e le alici di menaica, Presidio Slow Food che deve il nome a un’antichissima tecnica di pesca.

Cosa vedere a Pisciotta

Il Palazzo Marchesale;

I vicoli del centro storico;

La Piazzetta del Cannone;

Piazza Michelangelo Pagano;

Chiesa Madre San Pietro e Paolo

 

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