In sella ad una bici, nel silenzio dei paesaggi alla scoperta del Cilento e del Vallo di Diano. Un progetto per aprire questa terra al mondo e dimostrare che i sogni possono diventare realtà.

La Via Silente prende il nome dal silenzio, re assoluto del Cilento. Così difficile da descrivere, nel silenzio paesaggi, colori, profumi e tempo si mescolano. Si rimane incantati nell'ascoltare il silenzio mentre il sole gioca a nascondino tra le nuvole cambiando la luce, in ogni momento. Il progetto della Via Silente nasce nel giugno 2014, quando due ragazze del Cilento, Simona e Carla Passarelli, in sella alle biciclette partono alla scoperta della loro terra. Oltre alle bici, con loro un insolito bagaglio. Matite, album da disegno e diario. In giro per il Cilento per 28 giorni circa. Questa la durata dell'esplorazione.
La Via Silente è una pedalata lenta, lungo un percorso ad anello di 600 chilometri, nel silenzio di un paesaggio lontano nel tempo. 15 tappe da compiere con lentezza per assaporare ogni colpo di pedale e farsi rapire da quel silenzio che non è assenza di suono ma qualità d'ascolto.
Ricco di particolari, di suoni ed odori, il Cilento offre scenari meravigliosi. La Via Silente è un rapporto esclusivo con la natura, con lo scorrere delle acque e con i suoni degli animali. “Per poter godere di questo particolare tipo di silenzio è necessario avere un approccio lento, e la nostra proposta è coerente con questo”- spiega Simona.
Quindi la scelta della bicicletta è non causale. In Italia, il cicloturismo è in forte espansione. E' proprio il turismo lento e sostenibile a spingere Simona e Carla a dare una speranza nuova al territorio. La bicicletta diventa il mezzo ideale per il turismo lento, che interagisce a 360° con il territorio e le sue realtà.

Castelnuovo Cilento, il punto di partenza. Da qui si parte e qui si torna. Da Casa Silente Km 0 inizia l'avventura a due ruote. Con la bicicletta, la mappa, la descrizione delle tappe si parte. Una rete di strutture, bike friendly, lungo il tragitto dove la cordialità e l'accoglienza trasformano il ciclista in qualcuno che si conosce da sempre.
Pur sviluppandosi per il 70% su asfalto, la Via Silente attraversa zone a basso e bassissimo traffico. E' così che si coglie il piacere di un piccolo borgo come Roscigno, aggrappato su una collina. Roscigno, il paese fantasma del Cilento, dove il tempo si è fermato ai primi del Novecento.

Intorno al Novecento, gli abitanti furono stretti a lasciare le loro case per l'instabilità del terreno. La piazza con la fontana lavatoio, la chiesa madre, le abitazioni in pietra legate con calze e sabbia, le stalle e le cantine raccontano l'antica architettura rurale di una lontana epoca. Unico abitante del paese, Giuseppe Spagnuolo. Siede solitario sotto il platano gigante o vicino al pozzo. Accoglie i turisti e li accompagna al museo di arte contadina del paese. Diventa anche lui un museo. Un museo vivente che racconta la sua storia, quella del suo paese, di quei portali e di quelle pietre. La Via Silente è un viaggio di incontri, di storie, di volti che restano impressi nella memoria. E Giuseppe Spagnuolo è uno di quei volti.
Così tappa dopo tappa si attraversa il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. La tappa più silenziosa, quella che collega la Valle del Sammaro con il Vallo di Diano. In questi luoghi il silenzio regna sovrano. Si pedala nel bel mezzo di un paesaggio maestoso. Da un lato le parete spoglie e rocciose del Cocuzzo delle Puglie, dall'altro quelle del Monte Motola ricoperte dal bosco di abate bianco. A valle Teggiano, costruito intorno al Castello Baronale dei Macchiaroli. Una delle meraviglie di questa Via si trova poco distante da Teggiano: la Certosa di San Lorenzo, meglio conosciuta come Certosa di Padula. Prima di raggiungere il monastero, il Battistero di San Giovanni in Fonte merita una visita. Si tratta di un antico insediamento cristiano di età costantiniana, unico battistero in Italia per la presenza di una sorgente al centro della chiesa.

Dal Vallo di Diano al Cilento. Una pedalata di 40km prima di arrivare ai piedi del Monte Cervati. A Sanza, la Via mette il ciclista di fronte ad una scelta: scalare i 1898 metri della montagna più alta della Campania o scendere verso Casaletto Spartano con l'incantevole Cascata dei Capelli di Venere. Per chi ha gambe buone il Cervati è spettacolare. 24 km in salita di cui la maggior parte su sterrata. L'ultimo tratto da fare a piedi trascinando la bici. In cime al Cervati, il Santuario della Madonna delle Nevi dove lo spettacolo della natura non ha eguali. Tutto intorno roccia calcarea e silenzio. Il punto il cui la Via è così lontana dal mondo ma così vicina a Dio.

Dal Cervati nasce il fiume Bussento. Dopo alcuni chilometro il fiume si inabissa in un colossale inghiottitoio. Dopo aver percorso il suo viaggio misterioso nelle viscere della terra, riemerge nei pressi di Morigerati da una grotta imponente tra canyon alti e scoscesi. Nel 1985 è stata creata una splendida area protetta di circa 600 ettari, l'Oasi WWF. L'intera area protetta può essere visitata percorrendo un'antica mulattiera tra una vegetazione lussureggiante. Nell'oasi una copiosa sorgente impetuosa scorre sotto il mulino seicentesco.

Di nuovo in sella, l'avventura continua. Vicini al mare ma ancora nel cuore verde del Cilento. Sulla Via si incontra Casaletto Spartano che nasconde un'altra meraviglia: la Cascata dei Capelli di Venere. Una piccola ma singolare cascata che nasce dalle acque del Rio Bussentino, affluente del Bussento. Lo scorrere dell'acqua su una folta cortina di muschio crea un gioco di luci e odori tra acqua, muschio e vapore. Un paesaggio che incanta lo sguardo e l'animo del ciclista.

Finalmente il mare, Dopo circa 400 chilometri immersi nel silenzio delle zone interne del Cilento. Sul mare del Golfo di Policastro si affacciano i paesi di Villammare, Policastro, Scario. Si risale poi alla volta di Bosco, una terrazza naturale sul mare. Il paese è noto per l'eccidio della popolazione ordinato dal Generale Del Carretto durante la repressione borbonica del 1828. Artista Josè Ortega, allievo di Picasso lo scelse come luogo in cui trascorrere alcuni anni dopo il suo esilio. Oggi la sua dimora è diventata una Casa-Museo aperta tutti i giorni da 15 giugno al 15 settembre.

La Via Silente continua e da Bosco si passa a San Giovanni a Piro. Pedalare non è mai stato così piacevole. Su una delle coste italiane più suggestive, il ciclista ammira la linea sinuosa della costiera del Cilento che corre verso la Calabria. Nelle giornate particolarmente serene lo Stromboli fa emergere la sua silhouette dal mare, proprio di fronte Marina di Camerota, la località balneare del Cilento più molte premiata da Legambiente per la spiaggia più bella d'Italia.
Stretto tra il mare a sinistra e scure falesie a destra, il ciclista raggiunge Palinuro, la terra in cui riposa il mitologico nocchiero di Enea. Capo Palinuro con il suo profilo maestoso si protende verso il mare. Sulla cima il Faro, punto di riferimento per le imbarcazione che solcano queste acque. Prima di salutare il mare e rituffarsi nella natura del Cilento, ci si ferma a passeggiare nelle strade di questo antico borgo di pescatori, oggi una delle località turistiche più famose della Costa del Cilento.

Da Palinuro a Pisciotta, fino a Ceraso e poi un ultimo monte. Si tratta del Monte Gelbison, il secondo punto più alto della Via Silente dopo il Monte Cervati. 1705 metri da scalare. Gelbison deriva da Gebel-el-son, in arabo Monte dell’Idolo e la denominazione dovrebbe essere attribuita ai pirati musulmani di stanza ad Agropoli. In cima al Monte, imponente si erge il Santuario della Madonna del Sacro Monte di Novi Velia, sorto su antico luogo sacro, forse un tempio italico. Da lì su con un colpo d'occhio si può ammirare parte del percorso.

L'avventura sta per concludersi. Ultima tappa conosciuta come la Tappa degli Artisti. La musica e le arti figurative prenderanno il posto del silenzio. In estate le grandi manifestazioni chiamano a raccolta i suonatori di strumenti tipici del Cilento. Ciaramelle, zampogne, organetti e flauti. Con la loro musica, il Cilento saluta e ringrazia il ciclista per la visita.
Non una gara contro il tempo né una prova di forza fisica, ma un'idea di lasciarsi distrarre da un contesto ambientale e culturale. Un'idea che svela gli angoli più nascosti del Parco Nazionale del Cilento. Ecco cos'è la Via Silente.